I gifted e la scuola: la figura del tutor.

Della Dr.ssa Maria Franca Licheri, Tutor esperto in plusdotazione.

Nella maggior parte dei casi la scoperta viene fatta a seguito di problemi scolastici. Possono emergere dalla scuola stessa che li segnala alla famiglia, ma anche dalla famiglia che vede il proprio figlio in sofferenza.

Quale che sia la situazione, non si può pensare di risolvere i problemi agendo su un solo fattore: il successo scolastico dell’individuo è infatti il risultato di un meccanismo in movimento che vuole scuola, famiglia e studente come ingranaggi che devono funzionare insieme.

Nessuno di questi può delegare il successo all’altro, né pensare di essere il solo responsabile.

Naturalmente ci sono gradi di responsabilità consapevole dello studente a seconda dell’età: non si può infatti chiedere a un bambino la stessa capacità di gestione che si chiede a uno studente della scuola superiore.

Di fronte a una situazione problematica i tre protagonisti devono dunque agire in maniera diversificata: la famiglia e la scuola devono informarsi, leggere, incontrare professionisti, ma lo studente che strumenti può avere per affrontare la quotidianità?

È qui che può inserirsi la figura del tutor: un professionista specializzato che studia un piano personalizzato sulla base delle difficoltà dello studente. Naturalmente è necessario un incontro coi genitori o con la scuola per comprendere quali siano le difficoltà evidenti, ma la formazione del tutor permette di riconoscere eventuali altre problematiche non viste dalla famiglia o dalla scuola. Il tutor accompagna lo studente in un nuovo approccio alla scuola, aiutandolo non solo a trovare il proprio modo di approcciarsi allo studio, ma anche ad allinearsi emotivamente in un modo che spesso i familiari non possono fare, proprio perché troppo legati. Soprattutto in età adolescenziale è difficile che il genitore sia anche confidente, e nel caso lo fosse, potrebbe essere invaso da un’emotività straripante che non aiuterebbe nella soluzione.

Il tutor farà dunque un progetto di base che prevederà, a seconda delle necessità, obiettivi “tecnici” per avere un successo scolastico canonico, ma soprattutto avrà come obiettivo finale dotare allo studente di strumenti emotivi e tecnici per portare avanti questo successo e affrontare eventuali altre difficoltà.

Una delle cose che spesso viene tralasciata degli studenti problematici è che loro sono i primi a voler risolvere, sono i primi a voler avere un percorso sereno, liscio, di cui non si parli con aria preoccupata e sguardo perso. Inoltre spesso vengono colpevolizzati come unici responsabili, anche nella scuola primaria, ignorando come l’ambiente familiare e la relazione con l’insegnante siano fondamentali per il successo scolastico di ogni studente.

Questa colpevolizzazione avviene spesso soprattutto da parte della scuola, che cade in questa trappola psicologica per non ammettere un insuccesso e non dover lavorare su se stessa, come istituzione o come singolo insegnante. In questo caso la figura del tutor per lo studente può essere fondamentale per veder riconosciute le proprie emozioni, la propria situazione di incompreso, e per ritrovare gli strumenti giusti per una reazione adatta, ovvero una distanza emotiva tale da recuperare le forze per una preparazione scolastica adeguata.

Il tutor può essere un alleato anche in caso di necessità oggettive, facendo da tramite per rivendicare diritti o spiegare una situazione confusa, primo perché i gifted hanno spesso un senso di giustizia molto spiccato e vengono feriti dalle mancanze di rispetto, secondo perché purtroppo i più giovani non vengono ascoltati, e spesso si sentono battuti già in partenza da un’istituzione che non li ascolta e li colpevolizza a prescindere.

Un altro problema che si presenta spesso è la mancanza di stimoli, che porta poi a un sottorendimento. In questo caso aiutare ad approfondire argomenti serve a nutrire la gioia di imparare e sapere, e magari trovare il modo di condividere con altre persone interessate la propria passione.

Il percorso può essere più o meno lungo, e prevede incontri distribuiti nel tempo a seconda delle necessità.

Certo è che il tutor non può fare magie e agire sull’intero meccanismo se tutti gli ingranaggi non vengono smossi nella direzione giusta, che non è ottenere buoni voti ed essere promossi, ma andare a scuola serenamente, sapendo di essere ascoltati nelle proprie necessità.

Per conoscere la dott.ssa Maria Franca Licheri, clicca qui – consulta la sezione EDUCATORI E TUTOR

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