Riunioni familiari

“Posso farti una domanda personale?” chiese Claudio.
“Certo che puoi, come io potrei non rispondere”, disse Luca sorridendo. “Cosa vorresti sapere?” proseguì Luca.
“Ecco: mi spieghi perché partecipi così poco? Quando ci riuniamo a tavola finisci sempre tra i ragazzi e se non stai con loro ti isoli, in un modo o in altro. Per ascoltare la tua opinione dobbiamo chiederla. Sai che tutti avrebbero interesse ad ascoltarti, sai pure che quando parli pendono tutti dalle tue labbra. Eppure ti sottrai. Altri al posto tuo non perderebbero occasione per dare la propria opinione considerata l’autorevolezza che ti viene riconosciuta. Tu invece… Mi spieghi perché? Non siamo alla tua altezza? Ma questo lo sappiamo, lo sa anche chi non lo ammetterà mai, quindi dimmi perché ti comporti così?”
“Oddio, che domanda difficile” rispose Luca. “Potrei dirti che sono misantropo, ma questo lo sai già”.
“Sì, lo so”, disse Claudio “come so che non odi tutti come spesso dici”.
“Va bene”, rispose Luca. “Ora ti racconto un episodio che forse ti farà capire qualcosa. Un giorno ho fatto una sorta di esperimento. Avevo qualcosa da dire a Lucia, non ricordo cosa, ma prima di andarci ho immaginato il dialogo che avremmo avuto, le mie e le sue battute, financo le parole che avremmo usato. Non parlo di domanda e risposta ma di un intero dialogo. Bene, anche le parole da lei usate erano esattamente quelle che avevo immaginato. Sapevo tutto, anche che l’avrei fatta incazzare. Più o meno è sempre così. Conosco le risposte prima ancora di fare le domande. Poi non credo che tutti pendano dalle mie labbra, anzi, a volte mi si viene contro solo perché si pensa di avermi colto in fallo, salvo poi ricredersi quando le mie argomentazioni li costringono”.
“È vero”, disse Claudio “a volte è irritante che tu abbia sempre ragione”.
“Capirai, quindi, che preferisco evitare di farmi odiare”, ribatté Luca. “Se non lo ritengo necessario, meglio tacere, ne convieni?”
“Forse”, rispose Claudio. “Con i ragazzi invece? Com’è che con loro parli? Sembri un loro coetaneo a guardarvi, come fai con loro?” Lo sguardo di Luca si illuminò e sorridendo disse: “Loro sono meravigliosi; non sono io che parlo con loro ma loro che lo fanno con me. Sai, loro mi accettano e vogliono il confronto, non si sentono in concorrenza con me, non invidiano quello che sono a differenza degli adulti che troppo spesso lo fanno”.
Claudio, dopo un attimo di riflessione “È tutto?” Luca, guardandolo negli occhi “No, non è tutto, c’è dell’altro”. Gli occhi di Luca si rabbuiarono e disse: “Scusami ma non posso, non adesso, è difficile e doloroso parlarne per me”.
“Ok Luca”, disse Claudio, vedendolo trattenere a stento le lacrime. “Scusami, non volevo rattristarti così, mi dispiace”.
“No Claudio”, disse Luca “non preoccuparti, non è colpa tua, anzi ti ringrazio per il tuo interessamento e ti prometto che quando troverò le parole e il modo per farti comprendere proverò a spiegarti”. Allora Claudio, accennando un sorriso gli disse: “Ora vai, ero venuto a dirti che i ragazzi ti stanno aspettando in camera per giocare alla PlayStation”.
“Sì, faccio due passi e poi vado”, disse Luca, avviandosi verso un parchetto lì vicino.
“Ricorda che mi devi una spiegazione”, ribadì Claudio.
“Ci proverò”, rispose Luca andando via “ci proverò davvero, credimi”.

Quanto è stato utile questo post?

Lascia la tua valutazione!

Average rating 5 / 5. Vote count: 1

Nessun voto finora! Sii il primo a valutare questo post.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *