Era difficile. A scuola, nonostante Luisa si sforzasse, più di 7-7,5 non riusciva a prendere. Aveva qualcosa dentro che la frenava (ora sa che si chiama dislessia); sentiva di essere diversa (ora sa che si chiama plusdotazione) ma non vi erano evidenze di questa sua diversità (dislessia compensata).
Se non riesci a trovare interessanti le feste di classe, è ben dura entrare nel giro delle persone che contano. Che poi a pensarci bene erano le stesse persone che a 16 anni si divertivano a fare i grandi con sigarette in bocca e quell’espressione da ragazzi/e vissuti/e. Ma a quella cosa ci credevano veramente? Erano seri? Come si fa a ridere per battute così stupide?
Luisa studiò a fondo le compagne più “raggiungibili”… non che ci fosse tanta scelta. Comprò persinl l’album di un noto gruppo musicale solo perché piaceva ad una di queste. “Magari così 4 chiacchiere ce le scambiamo”, aveva pensato.
Luisa avevo anche provato a portare Le Scienze o Scienze e Vita lasciandoli sul banco nella speranza che qualche compagno, vedendoli, le chiedesse qualcosa; sarebbe bastato anche solo un “hai letto questo articolo?”. Nulla.
Luisa osservava attentamente i movimenti di ciascuno. Per imitarli, per capire cosa piaceva e cosa no. Notò che una compagna iniziò ad osservarla: era indispettita dal suo sguardo penetrante e lo disse al resto della classe. Luisa smise anche di osservare.
Un giorno Luisa era in corridoio e si accorse che aveva dimenticato il righello sotto il banco. Tornò e la solita compagna “bulla” tese il piede a martello: i restanti 2 metri li percorse volando, tracciando con il mento una linea retta sul pavimento. “Ma sei scema?” le disse, ma la compagna non smise di ridere a crepapelle “ah, ah.. scusa… ah, ah.. pensavo te ne accorgessi, ah, ah…”. Quel ricordo Luisa lo conserva ancora nitido: scarpe, pantaloni, abiti, la luce del sole e quelle macchie rosse di pubertà incalzante sul viso della compagna. Potrebbe ridisegnarle una ad una.
Luisa non si fece mai sottomettere dai bulli, ma quanto è stata dura difendere la propria persona! A tratti, dovette persino resistere e sostenere conversazioni insulse pure di trasmettere un po’ di normalità.
Luisa ora sta bene.
A Luisa rincresce solo di aver dubitato di se stessa per diverso tempo, annaspando small talking condito di pubertà.
Professionista, 30 anni.