Giornata qualsiasi al lavoro.
Riunione in cantiere: un ingegnere meccanico, uno aerospaziale (per la fluidodinamica), un ingegnere navale, il titolare del cantiere (chiamano ing. anche lui) e vari suoi scagnozzi. Poi Giacomo e la sua collega, rappresentanti del cliente.
Inizia la discussione. Viene posto il problema e poi, seguendo il giro del tavolo, ognuno dice la sua tra considerazioni e proposte. Alla fine, la soluzione proposta dal cantiere – con tanto di verifiche tramite consulenze referenziate e con l’avallo dei presenti – sembra essere quella scelta per tentare di risolvere il problema.
Giacomo presenta alcune perplessità, domandandosi nella sua testa come sia possibile: com’é possibile che nessuno veda la parte “sbagliata”? Come mai la vedo solo lui? Nessun altro ci pensa? Tra tutte queste menti preparate, più competenti di lui, nessuno sembra vedere il problema. Probabilmente la sua idea è una stupidaggine, si dice; “Non può essere che io, molto meno capace degli altri, riesca a capirlo. Meglio tacere per non fare la figura del cretino”. E così finisce la riunione. Per fortuna, con la sua piccola perplessità, è riuscito a strappare un rinvio, una proroga sino al prossimo incontro.
La mattina seguente Giacomo si sveglia presto, più presto del solito, e con lo stesso pensiero che, tra le miriadi di altri, ogni tanto riemerge con la sensazione sempre più spiccata che sia una buona idea.
Si fa coraggio, non resiste più, sono quasi le sette del mattino, prende carta e matita, fa uno schizzo, lo fotografo col telefono e lo invia al suo caro amico ingegnere aerospaziale, consulente per la fluidodinamica. Quindici minuti e vibra il telefono: una voce ancora assonnata gli chiede: “Ma come t’è venuta in mente?” Pausa. “Se le fai parallele allo scafo e alla giusta distanza… potrebbero pure funzionare, generando un effetto venturi non indifferente!” Giacomo, tra sé e sé: “Che stronzo che sono…” Poi propone all’ingegnere di farci un CFD, così, a tempo perso. E lui, con convinzione: “Mandami un modello 3D e mi ci metto subito!” Ancora una volta, il pensiero divergente lo ha portato dove molti, molto più preparati, non sono riusciti a spingersi: oltre gli schemi confinanti della logica “solita”.