Questa pagina approfondisce il vissuto di un genitore con bambino gifted.
L’articolo è stato redatto da un genitore di due bambini gifted e riporta il pensiero di diversi genitori incontrati negli ultimi 5 anni.
Essere genitori di bambini gifted è una sfida unica e complessa. Questi bambini, con il loro modo speciale di percepire il mondo, richiedono un approccio educativo e relazionale particolare. La loro capacità di ragionare in modo astratto e profondo li distingue dai coetanei, ma può anche rendere difficile per i genitori comprendere e rispondere adeguatamente alle loro esigenze.
I “problemi” possono nascere già nella scuola dell’infanzia. Soprattutto quando è il primo figlio, si può incorrere nella credenza che “chi più, chi meno” tutti i bambini si comportano così. Quando puoi ci si confronta con le educatrici, si palesa un’immagine del bambino diversa da quella che si conosce. Perché?
Anche il confronto con gli altri genitori diventa un tema delicato. L’eccessiva sensibilità del bambino/a, unita alla profondità di pensiero rende difficile interloquire con genitori che risolvono crisi di pianto con un abbraccio o che suggeriscono un approccio “lasciamo che si sfoghi, deve imparare”. Come si consola una crisi di pianto notturno per la paura della morte?
Alla scuola primaria, soprattutto i primi anni, la maggior parte delle nozioni non richiedono un particolare studio e il/la bambino/a spesso ha già acquisito in autonomia ciò che si impara nei primi anni scolastici (per esempio saper leggere, far di conto…). Gli scenari che ho avuto modo di condividere sono molteplici.
1. Il bambino esegue svogliatamente i compiti a casa ma a scuola non lo dà a vedere e le maestre non notano nulla
Il genitore attribuisce spesso la svogliatezza del figlio/a alla comune frase “ai bambini non piace la scuola” (anche vera). Questi genitori spesso non approfondiscono il tema della valutazione, poichè non piace etichettare il figlio/a o farlo sembrare “più di quello che è” come a sottolineare che la plusdotazione sia associata all’arroganza di pretendere di essere più intelligenti.
Come va a finire? Sapere chi si è permette di capirsi e di affinare strumenti utili nel futuro. Un esempio: molto spesso i bambini gifted leggono i gesti dei compagni in modo diverso rispetto alle intenzioni che sottendono le azioni; un genitore consapevole dell’unicità del proprio figlio permette di fare domande al bambino/a su un evento a scuola, indagare i sentimenti e approfondire le esperienze offrendo una lettura alternativa.
2. Il bambino esegue svogliatamente i compiti a casa e a scuola disturba le lezioni, commenta l’operato dei compagni non capendo perché gli altri impieghino troppo tempo per svolgere compiti per lui banali
Il genitore è portato (alle volte costretto) ad approfondire il perchè di questo comportamento. Spesso la necessità della valutazione scaturisce da queste evidenze.
3. Il bambino svolge i suoi compiti in poco tempo, è il leader della classe.
E’ un bambino che ha capito come “gira il mondo”.
A prescindere dal comportamento del bambino, il comportamento dei genitori si può riassumere in:
A) GENITORI CHE NON VOGLIO ETICHETTARLO – sono genitori che comprendono le potenzialità del figlio ma non vogliono affrontare la valutazione per paura di un’etichetta che poi difficilmente il bambino/a può togliersi. Essere normali premia, essere diversi ferisce.
B) GENITORI CHE ACCETTANO LA NEURODIVERGENZA- sono genitori che comprendono le potenzialità del figlio e lo vedono diverso, e per questo vogliono dotarsi degli strumenti necessari per supportarlo.
Partendo dal presupposto che sono molti gli adulti plusdotati valutati in età adulta e che hanno una vita “normale”:
Si cerca il confronto con i genitori gifted, il compito può sembrare più gestibile, avendo vissuto esperienze simili. Tuttavia, per i genitori non gifted, la situazione può essere più impegnativa, poiché si può avere la sensazione che il bambino sia sempre un passo avanti. Questo può portare a reazioni diverse: alcuni genitori potrebbero negare la giftedness del figlio, altri potrebbero averne paura e quindi non volerlo etichettare, mentre altri ancora potrebbero proiettare sul bambino le proprie aspirazioni irrealizzate, rischiando di privarlo della sua infanzia.
I bambini gifted, pur avendo capacità intellettuali superiori, rimangono comunque bambini con necessità emotive e sociali tipiche della loro età. La cosiddetta “asincronia dello sviluppo” fa sì che un bambino possa sembrare un piccolo adulto nel modo in cui si esprime, ma possa avere difficoltà a gestire emozioni e frustrazioni tipiche della sua età.
È importante parlare con loro in modo maturo, condividere esperienze e sentimenti, e leggere insieme per creare un legame speciale. Incoraggiarli a prendere rischi, farli partecipare alle decisioni che li riguardano e dare loro responsabilità quotidiane aiuta a sviluppare la loro autonomia e autostima. Evitare sarcasmo e critiche non necessarie è fondamentale per non ferirli emotivamente.
I genitori devono anche bilanciare la richiesta di stimoli e la necessità di dare risposte a domande complesse che i bambini gifted pongono già in tenera età. È cruciale riconoscere e rispettare la loro individualità, evitando di sovraccaricarli di attività e permettendo loro di avere tempo per giocare e sognare.
La gestione delle dinamiche familiari può essere complicata, specialmente se ci sono più figli con esigenze diverse. I genitori devono mantenere un’alleanza educativa forte e affrontare insieme le sfide. Purtroppo, la mancanza di supporto istituzionale e la disinformazione su questo tema possono aumentare lo stress genitoriale.
È essenziale accettare e valorizzare la loro unicità, sostenendoli nel loro percorso di crescita in modo armonioso e sereno.
Qui di seguito riportiamo alcune letture interessanti:
- Guidelines for Parents of the Gifted, Linda Silverman
- GUIDA PER GENITORI L’ALTO POTENZIALE COGNITIVO IN ETÀ EVOLUTIVA Regione Veneto e Centro Produttività veneto, Associazione Scientifica Gifted And Talented Educaton – Italy